Grafica tradizionale o moderna?

Vecchio manifestoLa grafica è uno degli elementi essenziali per la comunicazione, di qualsiasi messaggio si tratti, proprio per questo un vecchio proverbio recita “Vale più un’immagine di cento parole”.
Ma la domanda che dovremmo porci è: quale tipo di immagine possiamo usare?
Ossia, che genere: classico o moderno, disegnato a mano o completamente digitale?

Probabilmente non c’è una risposta che possa dirimere la questione in modo semplice e definitivo, l’unica cosa che possiamo rispondere è “dipende”.
Da cosa?
Dal tipo di messaggio che dobbiamo comunicare, dal tipo di pubblico al quale ci rivolgiamo, dal tipo di prodotto che dobbiamo pubblicizzare e via dicendo.

Una cosa però deve essere sempre considerata, ovvero la necessità di comunicare in modo semplice e comprensibile, dobbiamo farci capire a qualsiasi persona e in modo inequivocabile.
Più riusciamo ad essere semplici e diretti, migliore sarà il risultato che riusciremo ad ottenere.

Molto spesso pensiamo che la soluzione migliore sia seguire la tendenza del momento, la corrente di pensiero, potremmo dire, ma non sempre è così.
Spesso infatti vediamo in giro grafiche poco accattivanti e molto simili fra loro anche se parlano di argomenti diversi.
Se ci soffermiamo qualche istante a guardare qualche cartellone pubblicitario, ci accorgiamo subito che probabilmente non avevamo notato molti degli elementi che contiene e questo non è un buon indice di qualità.

Viviamo nell’era della velocità, tutto deve essere fatto in fretta, purtroppo però la velocità porta a commettere degli errori che potrebbero essere evitati, oppure porta a soluzioni che non sono ben studiate o ben realizzate.
Per questo motivo è bene soffermarsi di più sulla progettazione, perché non è assolutamente tempo perso, bensì è ben impiegato e porterà a risultati migliori.

Ho scelto questo vecchio manifesto pubblicitario per farvi notare quanto sia espressivo, i colori caldi che sono stati usati e la sua semplicità nei testi: un perfetto esempio di comunicazione e semplicità dove il messaggio è chiaramente comprensibile.

Oggi invece, per essere sicuri di farci capire, pensiamo che sia utile inserire in poco spazio, tutte le informazioni che vorremmo fossero chiare al nostro pubblico, senza pensare che invece creiamo disordine e quindi confusione, di conseguenza siamo ben lontani dal risultato che ci siamo prefissi di ottenere, o che il nostro cliente vorrebbe ottenere.
Invece dobbiamo concentrarci sull’essenza del messaggio, dobbiamo spremere fino a trovare, in poche e semplici parole e in una grafica essenziale, tutto il concentrato del messaggio che vogliamo veicolare: “less is more”, ovvero il meno è di più, nel senso che se usiamo l’essenziale, riusciremo a comunicare meglio e riusciremo ad essere più incisivi.

Personalmente adoro grafici come Milton Glaser e Seymour Chwast, sono dei veri maestri che hanno fatto e fanno storia.
Il mio Maestro, Ettore Maiotti (grafico pubblicitario e docente di grandissima esperienza), utilizza proprio l’approccio del disegno fatto a mano, una forma di espressione antica, ma pur sempre attuale.
A tutti piace disegnare, diciamoci la verità, è la prima cosa che impariamo a fare prima ancora di imparare a scrivere, quindi è una cosa che ci accompagna in tutto il percorso della vita, per questo se vediamo un cartellone pubblicitario disegnato alla “vecchia maniera” rimaniamo attratti (purtroppo se ne vedono davvero pochi) e siamo più propensi a soffermarci per vedere il disegno e leggere i testi.
Ci viene spontaneo e ci rimane impresso nella mente quello che abbiamo visto per pochi secondi.

Se invece passiamo davanti ad un manifesto affisso in un qualunque punto della nostra città, molto difficilmente ci soffermiamo a “gustarne” in contenuti e, a meno che non ci sia qualcosa che ci interessa particolarmente, passiamo oltre.

Ad esempio se dobbiamo creare un cartellone stradale di 6 metri per 3, ci limitiamo al minimo essenziale e questo perché?
Per il semplice motivo che questi cartelloni vengono posizionati al bordo della strada e in genere in punti di grande scorrimento di traffico veloce; questo significa che se passiamo in auto e vediamo il cartellone, abbiamo pochi secondi per riconoscerne i contenuti e leggere i testi.
Allora possiamo fare la stessa cosa quando realizziamo un manifesto di 100 x 140 cm?
Ma certo, anzi sarebbe consigliabile, ma pochissimi o quasi nessuno ormai lo fa più, è sempre più raro.

La grafica moderna porta all’uso di soluzioni che spesso sono astratte, non dal punto di vista della composizione, ma dal punto di vista dei contenuti: non si capisce bene quale sia il messaggio fino a che non ci fermiamo a leggere il testo o lo slogan, a quel punto tutto diventa più chiaro.
Il problema però è che questo lasso di tempo (fermarsi a guardare il manifesto per cercare di capire a cosa si riferisce l’immagine, leggere il contenuto perché non abbiamo trovato una risposta alla prima domanda), è eccessivamente lungo e nella maggior parte dei casi, desistiamo prima ancora di aver trovato la risposta.
Magari conteneva qualcosa che ci avrebbe interessato sul serio!

Per questo motivo è importantissimo essere essenziali, perché lo scopo di un manifesto non è quello di fornire tutte le informazioni possibili e immaginabili, ma è quello di attirare l’attenzione verso un prodotto o un evento e successivamente saremo noi ad annotare indirizzi o numeri di telefono per chiedere maggiori informazioni.
In questo modo avremo raggiunto lo scopo: creare un’emozione che porterà a compiere un’azione.

Che siate modernisti o classicisti, ricordate sempre che state parlando ad un pubblico potenzialmente interessato all’argomento che trattate, cercate quindi di essere essenziali e incisivi, perché il pubblico non ama le lunghe attese!

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